Cenni sulla storia antica di San Giorgio Morgeto
San Giorgio Morgeto prende il nome dall’antico re dei Morgeti. Nel 986 il locale monastero Basiliano titolato a San Giorgio fu oggetto di ripetute incursioni musulmane e in riconoscenza per la prodigiosa salvezza si antepose alla città, fino ad allora chiamata Morgeto, il nome del santo titolare del monastero.
In periodo normanno si ha notizia del centro attraverso una bolla papale di Innocenzo III che enumera i casali e i benefici posseduti dal monastero dell’Odigitria, beni riconfermati nel 1330 dal re Ruggero II.
Nel 1265 S.Giorgio Morgeto è annoverata fra le terre di Carlo I d’Angiò con i Casali Melicucco e Polistena, diviene quindi nel 1314 feudo di Palamede De Riso, cui segue nel 1315 Blasco De Luna. Nel 1317 è feudo di Ricario di Stella, cui succede il fratello Ingerano, vescovo di Capua e Gran Cancelliere del Regno. Sotto questa signoria (1334) si definiscono i limiti territoriali della baronia di San Giorgio che si estende per 3 miglia oltre il fiume Vacale, nei pressi dell’attuale Cittanova, fino a S.Fili, comprendendo le città di: Galatro, Anoja e Cinquefrondi, denominate anche in anni successivi all’eversione della feudalita: i paesi della baronia.
Nel 1337 la città passò sotto la dominazione di Arnaldo di Villanova, vice siniscalco, cui segue Tommaso Mosella, maestro nazionale della gran corte. Il 13 agosto 1351 la Regina Giovanna assegna il feudo ad Antonio Caracciolo, la cui famiglia deterrà il dominio fino al 1450. Nella seconda metà del XII secolo i Conti Giovanni e Maria Caracciolo edificano al Chiesa dell’Annunziata, che una bolla del 23 aprile 1393 dichiara patronato della stessa famiglia, e nel 1444 Giovanbattista Caracciolo concede ai Padri Domenicani la stessa chiesa per la fondazione di un monastero. Questo convento, dichiarato casa di studio per le discipline teologiche e filosofiche, svolse un importantissimo ruolo culturale, accogliendo fra i suoi studiosi Tommaso Campanella.
Dal dominio dei Caracciolo nel 1458 la baronia passò a Marino Correale di Sorrento quindi, alla sua morte nel 1501 seguì Jacopo de Milà capostipite del casato dei Milano Franco d’Aragona i cui discendenti saranno i baroni e marchesi di San Giorgio.
Ma nel 1503 dovette scappare in Francia a causa della vittoria degli spagnoli sui francesi. La Baronia fu quindi ottenuta, insieme al feudo di Terranova, da Consalvo de Cordova, che aveva sconfitto i francesi nei pressi di Seminara. A questi succederanno al figlia Elvira ed il nipote Fernando duca di Sessa.
Baldassarre II° Milano si impegnò però per la riconquista della Baronia che nel 1568 passò di nuovo alla famiglia Milano nelle cui mani rimase fino al 1806 (anno in cui Giuseppe Bonaparte abolì il feudalesimo), anche se la famiglia trasferì la propria sede nella vicina Polistena verso la fine del 600.
Sotto il dominio dei Milano la città si accresce notevolmente. L’abate Pacichelli descrive, alla fine del XVII secolo una città variamente articolata sulla morfologia del colle, attraverso l’indicazione degli edifici più importanti, tra cui il castello, il palazzo marchesale, la “bellissima fontana”, il convento dei domenicani e la chiesa madre, dove “il territorio è abbondante di olive, e l’habitanti con l’industria della seta soccorrono al loro bisognevole (…) in quella terra sogliono li marchesi padroni, habitarvi in tempo d’està mercè l’aere salutifera ch’ivi si respira”.
Il terremoto del 1783 sotto Giovanni III° Milano, colpì l’abitato cagionando danni enormi con il dimezzamento della popolazione e la distruzione di gran parte del patrimonio architettonico. I successivi terremoti del 1894 e 1908 danneggiarono in modo marginale il centro urbano che si presenta tutt’oggi sull’impianto di origine medievale con manufatti edilizi per lo più risalenti alla ricostruzione tardo settecentesca.
Miscellanea di documenti
SEZIONE IN AGGIORNAMENTO
Storia di San Giorgio Morgeto
di Rosanna Giovinazzo
Su “Calabria sconosciuta” ANNO XXIX, n.109 Gennaio-Marzo 2006
Il Castello di San Giorgio Morgeto
Di Francesca Martorano
In: Il sistema Feudale nella Calabria Medioevale, atti della Deputazione di Storia Patria per la Calabria atti del X congresso storico calabrese, 11 dicembre 2004
Il Convento dei Domenicani
Dal materiale ricevuto dal Fai per la giornata di primavera celebrata a Marzo 2019
Il Palazzo Marchionale in un San Giorgio Morgeto
di Domenico Russo
in L'alba della Piana Giugno 2019
San Giorgio in una relazione del 1669
di Domenico Russo
in L'alba della Piana Settembre 2017,
Gennaro d'Amore e la settecentesca statua di Sant'antonio in San Giorgio Morgeto
di Domenico Russo
in L'alba della piana - Maggio 2013.
Breve storia di San Giorgio Morgeto
Pannelli esposto per tanti anni durante la Festa Medioevale, con la sintesi della storia del borgo.
San Giorgio e San Giacomo
Sintesi della vita dei santi protettori del borgo e testo del canto popolare su San Giacomo che ricorda i vecchi riti propiziatori.
Tommaso Campanella
Ipotesi di come quando Tommaso Campanella, novizio studiò nel Convento dei domenicani a San Giorgio Morgeto.